Con il termine insonnia si fa spesso accenno a un insieme di disturbi che possono provocare danni non solo sulla capacità di tempo che dedichiamo al sonno, ma anche alla difficoltà che riscontriamo il giorno seguente nello svolgimento delle attività quotidiane.
Il disturbo del sonno viene comunemente conosciuto con il termine di insonnia e possono essere suddivisi in vari disturbi tra cui: l’insonnia, l’ipersonnolenza, la narcolessia, problemi relativi alla respirazione durante il sonno, disturbi del sonno REM, sindrome delle gambe senza riposo, e il disturbo del sonno provocato dall’assunzione di farmaci o sostanze.
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Sintomi dell’insonnia
Come abbiamo accennato prima, l’insonnia pregiudica la qualità della vita di chi ne soffre. La mancanza di sonno può provocare stanchezza cronica, diminuzione di attenzione e della concentrazione e agisce in maniera negativa sull’umore.
Affinché una persona possa dirsi riposata basta dormire dalle 7-8 ore a notte. Ovviamente esistono anche delle eccezioni, per cui alcune persone hanno bisogno anche di 10 ore di sonno e altre per cui 5-6 ore sono sufficienti.
Se una persona non riesce a soddisfare a pieno la sua necessità di riposo, ecco che possono insorgere delle problematiche che incideranno sulla salute fisica. I sintomi che si possono notare fin da subito sono:
- difficoltà nell’addormentarsi e nel riuscire a dormire per tutta la notte;
- dormire per piccoli intervalli di tempo;
- restare svegli per tutta la notte;
- svegliarsi troppo presto al mattino;
- mancanza di sonno;
- svegliarsi stanchi, spossati, e con conseguente stanchezza che perdura per tutta la giornata;
- difficoltà di concentrazione;
- ansia, stress, irritabilità, depressione;
- sonnolenza durante la guida o nelle ore lavorative;
- rischio di perdita dell’equilibrio, specie nelle persone più anziane.
Oltre ai sintomi che si percepiscono durante le ore notturne, anche durante il giorno si possono avvertire:
- preoccupazione;
- affaticamento;
- malessere generale e irritabilità;
- problemi relativi al rendimento sia sul lavoro che nella sfera dei rapporti sociali;
- mal di testa e disturbi gastrointestinali.
Quando si parla di insonnia acuta e insonnia cronica?
L’incapacità di dormire nonostante il corpo ne senta la necessità, può essere di livello lieve così come di livello più grave. Possiamo definire l’insonnia acuta quando si presenta come un disturbo che può variare da un giorno fino a poche settimane, riconducibile a stress o eventi traumatici.
Diventa cronica, quando la difficoltà nel prendere sonno si verifica con una frequenza di più notti a settimana per più di un mese consecutivo. Generalmente questo disturbo aumenta con l’avanzare dell’età.
Il disturbo di solito si manifesta in età giovanile e comunque nell’arco della vita. Alcune volte può anche manifestarsi nell’infanzia, nell’adolescenza, nel periodo della menopausa, e in tarda età quando associato all’assunzione di particolari farmaci o condizioni di salute.
Effetti che causa sul cervello
Team di professionisti delle università americane hanno studiato gli effetti che i disturbi del sonno possono causare a livello celebrale. Difatti i danni causati dal sonno possono essere paragonati a quelli provocati dallo stato di ubriachezza (stanchezza, attività cerebrale lenta, perdita della memoria, lapsus mentali, vuoti di memoria…), poiché viene alterato il normale funzionamento delle aree cerebrali.
L’attività svolta dai neuroni viene danneggiata e questo provoca un’alterazione del modo in cui una persona percepisce il mondo che la circonda, avendo anche ripercussioni sulle attività che è solita compiere. La capacità cognitiva viene compromessa al punto che i neuroni si muovono lentamente e il cervello rallenta le sue funzioni di comprensione.
Nelle varie ricerche condotte negli anni si è arrivati alla conclusione che i disturbi del sonno ledono la capacità mnemonica e il riconoscimento visivo, attività deputate all’area del lobo temporale del cervello e per questo motivo viene rallentato il funzionamento delle cellule e la comunicazione tra i neuroni. Curare i disturbi del sonno è importante per tenere in salute il cervello e svolgere un’attività cognitiva completa.
Cause dell’insonnia
Innanzitutto prima di individuare le cause che provocano il disturbo del sonno, è bene distinguere l’insonnia primaria da quella secondaria. L’insonnia primaria è una tipologia di insonnia che non è accomunabile a una patologia o a un effetto collaterale, ma bensì può manifestarsi quando è innescata da fattori come: viaggi, turni lavorativi, stress. Può concludersi con la risoluzione del problema nel giro di poco tempo o può continuare per anni.
Si parla, invece, di insonnia secondaria quando ci si riferisce a un sintomo o un effetto collaterale. Questa tipologia è la più diffusa e può essere causata da: condizioni patologiche, depressione e ansia, emicranie, artriti, problemi gastrointestinali, disturbi del sonno, ictus, Alzheimer, menopausa, gravidanza, farmaci, tabacco, alcool, caffeina, luce, rumori esterni. Spesso si risolve altrimenti può diventare di tipologia primaria.
Fattori di rischio
L’insonnia colpisce maggiormente le donne e una delle motivazioni è il cambio ormonale durante il ciclo mestruale e la menopausa che possono influenzare il sonno negativamente.
Anche durante la gravidanza i cambiamenti fisici, ormonali e delle emozioni, possono incidere negativamente sulla durata del sonno, che soprattutto dopo il terzo mese viene particolarmente disturbato dalla necessità di urinare, dai crampi e indolenzimenti vari.
Diagnosi
La diagnosi viene effettuata tenendo in considerazione lo stato di salute generale del paziente affetto da insonnia. Questo viene sottoposto per escludere la presenza di malattie, a esami del sangue ed eventuale esame della tiroide.
In casi particolari come ad esempio se il problema persiste nel tempo è bene rivolgersi a uno specialista, oppure a un centro per il trattamento dei disturbi del sonno per effettuare degli esami specifici come l’esame della polisonnografia che registra una serie di parametri durante il sonno per verificare la quantità e la qualità.
Alimentazione consigliata per l’insonnia
Una buona alimentazione è il primo passo per conciliare il sonno. Gli alimenti che favoriscono il riposo sono: alimenti che contengono un aminoacido chiamato triptofano che attiva la serotonina, conosciuta anche come ormone del buonumore.
Gli alimenti che contengono la serotonina sono il latte e i suoi derivati come yogurt, formaggi magri, il cioccolato, le uova, semi e frutta secca, pane, pasta, cibi che contengono zuccheri semplici e il miele. La frutta di stagione ha anche un buon riscontro nella battaglia contro l’insonnia. Ad esempio le banane aiutano molto insieme ai cereali come il riso, legumi, e alcuni tipi di pesce e carni bianche come pollo e tacchino.
Rimedi e trattamenti per contrastare l’insonnia
Il miglior rimedio per capire la causa che sta alla base del disturbo è capire se questa può essere eliminata. Prima di sottoporsi a una terapia farmacologica si possono seguire una serie di accorgimenti per stimolare il sonno: andare a letto e svegliarsi sempre allo stesso orario; non cenare troppo tardi; utilizzare schermi protettivi per le luci blu degli schermi; usare la stanza da letto solo per dormire e non per guardare la tv o mangiare; ridurre assunzione di nicotina, alcool; svolgere regolare attività fisica ma non prima di andare a dormire; esporsi alla luce solare.
Se questi accorgimenti non dovessero dare il risultato sperato, il medico consiglierà sicuramente delle terapie farmacologiche iniziando ad esempio con l’assunzione della melatonina per poi passare a veri e propri farmaci che provocano il sonno o antidepressivi, nel caso in cui fossero presenti sintomi di depressione.
Le ultime ricerche hanno dimostrato che le terapie basate sull’approccio cognitivo comportamentale sono trattamenti efficaci e duraturi per combattere l’insonnia, e porre fine a problemi legati all’ansia e alla depressione.
Le terapie cognitive comportamentali comprendono: psicoterapia che controlla e gestisce i pensieri e le preoccupazioni che tendono a fare rimanere svegli; igiene del sonno che educa il paziente ad assumere dei comportamenti che possano favorire il sonno; restrizione del sonno che limita la quantità della permanenza a letto da svegli; controllo dello stimolo che aiuta a utilizzare il letto per dormire piuttosto che per guardare la tv; tecniche di rilassamento; biofeedback un metodo che consente di osservare i comportamenti fisiologici e di controllarle mediante tecniche di autocontrollo.
Nei casi più gravi l’insonnia viene curata con l’assunzione di farmaci che richiedono la ricetta medica per essere assunti per brevi periodi di tempo.
Rimedi naturali
Per indurre il sonno si possono assumere degli integratori naturali a base di erbe come: Triptofano, Gingko Biloba, L-teanina oppure praticare l’aromaterapia con gli oli essenziali.
Si possono anche preparare delle tisane rilassanti a base di:
- melatonina: che è un ormone che il nostro organismo rilascia e serve da input per il nostro cervello, per indicare quando è giunto il momento di andare a dormire. Il suo rilascio avviene maggiormente la sera e diminuisce la mattina. Migliora la qualità del sonno in coloro che sono affetti dal disturbo dell’insonnia, poiché riduce il tempo necessario per addormentarsi e prolunga la durata del riposo.
- Valeriana (officinalis) è un’erba utilizzata per combattere i disturbi dell’ansia, depressione e menopausa, tutti fattori scatenanti dell’insonnia. Per il suo principio attivo ha proprietà sedative, rilassanti e ipnotiche che induco il sonno. Anche la passiflora ha gli stessi effetti benefici ed entrambe vengono utilizzate per la preparazione di tisane.
- Escolzia (Eschscholtzia californica), chiamata papavero dorato per il colore dei suoi fiori ha capacità sedative ed è utile in presenza di crampi notturni.
- Tiglio (Tilia platyphyllos et cordata) buon rimedio naturale per combattere stati di ansia, nervosismo. Ha un effetto ansiolitico senza però causare danni cognitivi, e combatte gli spasmi a livello addominale e gastrointestinale.
- Magnesio è importantissimo per il funzionamento del cervello, e per calmare sia la mente che il corpo. Questo fa sì che si faciliti l’addormentamento. Ha un effetto rilassante che agisce sulla melatonina, regolando il ciclo sonno-veglia.
- Lavanda (Lavandula angustifolia) è una pianta che induce il sonno, grazie alla sua fragranza rilassante che ha effetti benefici su donne, giovani e anziani e possiede proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche, antibatteriche e cicatrizzanti.