L’idrosadenite suppurativa, anche conosciuta come acne inversa o malattia di Verneuil, è una malattia cronica particolarmente dolorosa per la quale non esistono ancora diagnosi specifiche.
La patologia colpisce l’epitelio del follicolo pilifero e le ghiandole sudoripare apocrine di alcune aree specifiche del corpo quali le ascelle, i glutei, il seno, la zona perianale, l’inguine. In modo meno frequente va ad intaccare anche il collo, il cuoio capelluto e l’addome.
L’idrosadenite suppurativa si manifesta come un’infiammazione della pelle in grado di sfociare in cisti e pustole. Nella maggior parte dei casi la diagnosi subisce un ritardo in quanto viene scambiata addirittura con i peli incarniti.
Le infiammazioni cutanee tendono ad estendersi e presentano spesso gonfiori e pus. L’estensione e la gravità delle lesioni dell’idrosadenite suppurativa risulta molto variabile. Alcuni pazienti presentano forme lievi, in determinate aree, mentre altri presentano lesioni estese in tutto il corpo.
La patologia colpisce all’incirca dall’1% al 4% della popolazione e, come già accennato, si presenta particolarmente difficile da diagnosticare alla sua origine. L’idrosadenite suppurativa colpisce entrambi i sessi, seppur si riscontri una maggiore prevalenza nelle donne. Le infiammazioni e le lesioni cutanee interessano generalmente una maggior parte di soggetti tra i 20 e i 30 anni, ma sono compresi anche molti over 50.
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La diagnosi dell’idrosadenite suppurativa
La diagnosi dell’idrosadenite suppurativa richiede un’attenta anamnesi del paziente e l’osservazione clinica a progressione nel tempo, spesso causa dei frequenti ritardi nell’individuazione della malattia. Il medico deve valutare attentamente lo stato delle lesioni e i noduli sotto la pelle, spesso causa di un ascesso, analizzando le fistole e le cicatrici lasciate dalle infiammazioni precedenti.
L’idrosadenite suppurativa deve essere valutata anche in base alla localizzazione delle aree interessate, lo stato di recidività e cronicità. Le diagnosi avvengono generalmente a sei mesi dall’inizio del disturbo cutaneo. I pazienti colpiti dall’idrosadenite suppurativa accusano un forte dolore, una compromissione dei movimenti e, di conseguenza, dei rapporti sociali. Gli specialisti si basano sulla “Scala di Hurley” per individuare lo stadio legato all’idrosadenite suppurativa.
Stadio di gravità
- STADIO I: comprende ascessi singoli o multipli, preceduti dalla formazione di noduli sottocutanei.
- STADIO II: comprende ascessi ricorrenti, la formazione di fistolosi e cicatrizzazione.
- STADIO III: comprende ascessi multipli e fistole, ulcerazioni cronicizzate e cicatrici ipertrofiche.
Patologie correlate alla HS
La idrosadenite suppurativa, anche se è una malattia che manifesta principalmente i suoi sintomi sulla pelle, è in alcuni casi ricollegabile ad altre patologie. Fra queste vi sono:
- Artropatia
- Malattia di Fox fordyce
- Sindrome di Phas
- Follicolite
- Morbo di Crohn
- Artitrite
- Pitiriasi
- Depressione
- Diabete
- Disfunzioni metaboliche ormonali
- Pioderma gangrenoso
- Acne in forma grave
- Psoriasi
- Obesità
- Lupus
- Disfunzioni del sistema immunitario
- Hiv
Le cause alla base della patologia
Le cause dell’idrosadenite suppurativa si dimostrano odiernamente sconosciute. Alcuni studi presumono un coinvolgimento dello stile di vita, delle disfunzioni ormonali e fattori genetici. L’idrosadenite suppurativa, siglata anche in HS, non è una patologia contagiosa, né sessualmente trasmissibile.
I consigli dello staff del sito inversaonlus.it
- Valutare la gravità della patologia tramite anamnesi medica.
- Modificare lo stile di vita e il piano alimentare.
- Rivolgersi alle terapie di supporto di uno psicoterapeuta se necessario.
- Richiedere al proprio medico una terapia contro il dolore.
Vi sono vari centri specializzati che si occupano di sostenere le persone affette da questa patologia. Basta effettuare una semplice ricerca sul web per individuare quello più vicino alla propria località.