La diminuzione della frequenza cardiaca è conosciuta in medicina con il nome di “brachicardia”, si tratta di una patologia che indica un ritmo cardiaco lento o irregolare, una condizione che durante le normali attività può provocare sintomi come vertigini, sensazione di mancanza di aria.
In genere il battito è inferiore alle 60 pulsazioni al minuto, durante i quali il cuore non è in grado di pompare la quantità necessaria di sangue ossigenato nel corso di uno sforzo fisico anche leggero o normali attività. Andiamo a vedere quali sono le principali cause, che tipo di alimentazione seguire in presenza di questa patologia, quali trattamenti e rimedi naturali adottare per aiutare a normalizzare la frequenza cardiaca.
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Che cosa si intende per brachicardia?
Per bradicardia si intende una diminuzione della frequenza cardiaca. In un adulto a riposo il cuore batte a una frequenza di circa 70-80 battiti al minuto e si può considerare:
- normale: se a riposto è compresa tra i 60 e i 99 battimi al minuto;
- tachicardia: se a riposo supera i 100 battiti al minuto;
- brachicardia: se a riposo è al di sotto dei 60 battiti al minuto.
Nei neonati la frequenza è maggiore e via via nel corso degli anni tende a diminuire. In base alla gravità della patologia, la brachicardia può essere lieve, moderata o grave. Questa condizione clinica può essere legata a diverse cause ma solitamente non viene associata ad alcuna patologia di base.
Non sembra essere una condizione pericolosa ma può provocare una riduzione considerevole dell’apporto di sangue agli organi centrali o periferici con il conseguente rischio di lesioni. Il più delle volte, inoltre, può manifestarsi in modo asintomatico e può generare dei sintomi come vertigini, mancanza di aria e perdita di coscienza. Nei casi sintomatici gravi è possibile dovere intraprendere una mirata terapia.
Per quanto riguarda la diagnosi, il paziente può autonomamente percepire il proprio battiti misurando le pulsazioni dal polso o dal collo e quando si avverte un’anomalia è bene rivolgersi al proprio medico, il quale stabilirà sulla base di una serie di esami, le cause e la diagnosi finale.
Principali cause
La diminuzione della frequenza cardiaca è una patologia molto diffusa tra i giovani e gli sportivi. Si può, tuttavia, riscontrare anche in età avanzata e può essere classificata in:
- fisiologica: la più diffusa, riscontrata occasionalmente e priva di patologie cardiache. Solitamente ne sono affetti gli atleti che svolgono attività di aerobica oppure soggetti anziani. Durante il sonno si può avere anche una modesta riduzione della frequenza cardiaca;
- patologica o secondaria: quando è legata ad altre patologie cardiache o sistemiche, e all’assunzione di sostanze o farmaci.
Bradicardia notturna
La presenza della diminuzione della frequenza cardiaca durante le ore notturne, può essere maggiormente evidente in coloro che sono in sovrappeso, o che soffrono di obesità, in soggetti di sesso maschile, in età avanzata, se ci sono casi in famiglia e se si soffre di pressione alta. Coloro che praticano attività sportive o giovani, possono avere valori molto bassi (30-40 battiti al minuto).
Sintomatologia
La bradicardia può distinguersi in:
- asintomatica: ovvero la condizione più diffusa soprattutto in coloro che sono giovani e che godono di buona salute;
- sintomatica: determinata da una riduzione della quantità di sangue pompata dal cuore e quindi una riduzione della quantità di sangue rilasciata ai vari organi.
I sintomi più evidenti sono:
- vertigini
- offuscamento della vista o disturbi della vista
- dolore al petto e al torace
- stati confusionali
- mancanza di aria
- senso di soffocamento
- intorpidimento delle mani e dei piedi
- sensazione di freddo
- difficoltà di respirazione e affaticamento nel corso di attività fisiche
- astenia
Si possono associare ai vari sintomi anche delle complicanze, specialmente in persone anziane con una funzionalità cardiaca già compromessa, in coloro che soffrono di una brachicardia grave. In tutti questi casi si possono manifestare:
- danni a livello cerebrali come ictus più o meno estesi
- traumi cranici
- frequenti svenimenti
- insufficienza cardiaca
- arresto cardiaco improvviso
Il rischio di sviluppare questa patologia aumenta nei soggetti che sono affetti da cardiopatie, che assumono farmaci particolari, che hanno compiuto 65 anni di età e in coloro che si sono recentemente sottoposti a interventi al cuore.
Diagnosi
La diagnosi può essere effettuata unicamente da un medico che è in grado di stabilire l’entità della malattia. Per escludere o confermare la diagnosi, il medico può indicare una serie di esami diagnostici in base alla sintomatologia lamentata dal paziente. Gli esami di primo livello comprendono:
- la raccolta di tutte le informazioni relative alla sintomatologia o la presenza di eventuali patologie di cui soffre il soggetto;
- un esame in cui il medico palpa i polsi per capire la frequenza del battito;
- elettrocardiogramma per individuare la presenza di anomalie che possono indicare una disfunzione del sistema cardiaco, tranne che in caso di “brachicardia fisiologica”, nella quale è possibile non riscontrare alcuna alterazione.
A questi primi esami seguono quelli di secondo livello, per un approfondimento che porta alla diagnosi finale. In particolare:
- un esame che prevede la continua registrazione del tracciato elettrocardiografico per un’intera giornata, necessario in coloro che hanno episodi occasionali;
- un’ecografia al cuore quando si sospetta una patologia cardiaca;
- un prelievo del sangue per individuare ormoni tiroidei o anomalie.
Linee guida sull’alimentazione
L’alimentazione, come ben sappiamo, è uno degli elementi fondamentali che aiuta a mantenere il benessere generale del nostro organismo. Una sana ed equilibrata alimentazione può supportare il sistema cardiaco, migliorare il benessere psico-fisico e aiutare nella prevenzione di diverse patologie tra cui quelle cardiovascolari. Mangiare sano, seguendo la famosa “piramide alimentare”, vuol dire non solo introdurre alimenti con una certa frequenza ma anche evitare o limitare l’assunzione di alcool e di alcuni nutrienti che consumati in eccesso possono essere un rischio per la salute.
Acidi grassi e colesterolo sono pericolosi soprattutto per coloro che soffrono di malattie cardiovascolari. Per questo motivo, imparare a leggere le etichette di prodotti può essere una buona abitudine per conoscere ciò che si mangia, controllare le calorie, limitando così il consumo di grassi saturi, colesterolo maggiormente contenuti nei prodotti industriali.
Nonostante non siano prodotti di origine industriale, attenzione al consumo di insaccati e carni rosse che sono ricche di grassi saturi e il loro consumo dovrebbe essere limitato a una volta a settimana. Importante tenere sotto controllo il proprio peso corporeo in quanto sovrappeso e obesità sono i principali fattori di rischio per la nostra salute, così come un’eccessiva magrezza. Pertanto, il nostro suggerimento è quello di introdurre una giusta quantità di calorie rispetto al proprio fabbisogno energetico. Una restrizione calorica eccessiva può comportare una riduzione della frequenza cardiaca.
Alimenti consigliati
Per aiutare il nostro organismo a correggere le alterazioni della frequenza cardiaca, si possono introdurre all’interno della propria abituale alimentazione:
- frutta, verdura e cereali integrali: che sono alla base della “piramide alimentare”. Il consumo quotidiano di questi alimenti può aiutare a mantenere in salute il nostro organismo. Questi alimenti, infatti, sono ricchi di vitamine, minerali e fibre che aiutano a contribuire alla riduzione del rischio di contrarre malattie cardiovascolari. In particolare sono ricchi di magnesio e potassio. Quest’ultimo è contenuto in maggiore quantità nei cavoli, spinaci, asparagi, banane, albicocche, in alcuni legumi come fagioli e piselli. Attenzione, però, a non esagerare con il consumo di potassio, perché in quantità eccessive nel sangue può provocare bradicardia. Il magnesio, possiamo trovarlo nei cereali integrali, nei vegetali a foglia verde e nelle banane, ma anche nei legumi;
- latte e derivati: non grassi, sono una buona fonte di calcio fondamentale per la funzionalità cardiaca. Fonti di calcio sono la carne e il pesce;
- alimenti ricchi di omega 3: questi aiutano a ridurre il colesterolo cattivo e il loro consumo può aiutare a migliorare la pressione arteriosa. I grassi buoni sono contenuti nei pesci grassi, nella frutta a guscio, nei semi oleosi;
- acqua: la disidratazione può provocare uno squilibrio dei livelli di sodio, potassio, cloruro e bicarbonato che causano un’alterazione della frequenza cardiaca. Un adulto dovrebbe bere almeno 1.5-2 litri di acqua al giorno.
Una sana alimentazione può essere un valido aiuto ma è altrettanto importante limitare il consumo di alcool, che potrebbe peggiorare la situazione e adottare uno stile di vita sano. Svolgere regolare attività fisica può ridurre il rischio di ammalarsi così come evitare di fumare.
Trattamenti e pacemaker
La scelta del migliore trattamento per aiutare a contrastare la diminuzione della frequenza cardiaca e quindi intervenire sulla sintomatologia, è competenza di un esperto. Questo a seguito della diagnosi effettuata, valutando tutta la sintomatologia potrà stabilire quale terapia adottare.
Il trattamento o la correzione della terapia farmacologica, talvolta possono essere sufficienti per intervenire sul disturbo. In pazienti affetti da questa patologia può essere necessario dovere ricorrere all’impianto del pacemaker, un dispositivo che può aiutare a ripristinare la normale frequenza del battito.
Questi piccoli dispositivi vengono inseriti sotto la cute, di solito sotto la clavicola destra o sinistra del torace. Sono costituiti da una batteria e un circuito elettronico, all’interno di un contenitore metallico. La principale funzione è quella di monitorare il cuore costantemente e se viene rilevato un rallentamento, manda dei segnali ovvero dei piccoli impulsi elettrici per ripristinare la frequenza.
Rimedi naturali
Il trattamento varia a seconda della gravità della patologia e delle cause che hanno scatenato la sintomatologia.Per aiutare a migliorare il benessere del nostro organismo è necessario attuare delle modifiche su proprio stile di vita, specialmente quando si ha una brachicardia lievi o asintomatica dove non sempre è necessario intervenire con farmaci.
I rimedi naturali che spesso vengono consigliati come supporto alle terapie farmacologiche riguardano l’alimentazione. I migliori benefici si possono ottenere dal consumo di:
- mirtilli: ricchi di sostanze di origine vegetale, che aiutano il cuore;
- frutta e verdura fresca: come il “tomatillo”, un frutto esotico ricco di potassio che aiuta sia il cuore che il sistema circolatorio;
- pollo, carne e pesce: ricchi di “carnosina”, una piccola proteina antiossidante che aiuta a migliorare le funzioni del cuore.