Anoressia: sintomi, cause, trattamenti

L’anoressia è una condizione patologica nella quale il soggetto rifiuta il cibo per una serie di differenti ragioni. La patologia viene spesso associata all’anoressia nervosa, mentre il sintomo psichico principale rifiuta il cibo per timore di ingrassare, ma anche per la paura di non apparire ‘perfetto’. In casi gravi l’anoressia rientra all’interno delle patologie cliniche a rischio significativo per la sopravvivenza del soggetto. Andiamo ad approfondire tutti i dettagli del disturbo alimentare all’interno dei paragrafi successivi.

Caratteristiche e cause

L’anoressia comporta diverse cause cliniche e psichiche, dovute anche all’abuso di sostanze stupefacenti e medicinali. Tra le cause cliniche si trovano: epatite virale in forma acuta, sindrome acuta da radiazioni, malattia di Addison, tumori, polmonite atipica, appendicite, anoressia nervosa, insufficienza cardiaca, cancro, demenza, malattia di Crohn, insufficienza renale, talassemia, tubercolosi, depressione, tensione nervosa, colite ulcerosa, malattie infettive, carenza di zinco, sindrome dell’arteria mesenterica superiore.

Le cause dovute all’abuso di sostanze stupefacenti e farmacologiche comprendono: antidepressivi, anfetamine, exenatide, metilfenidato, interruzione improvvisa di sostanze per aumentare l’appetito, nicotina, caffeina, cocaina, topiramato e metanfetamina. Le altre cause comprendono fattori traumatici e stressanti a livello psichico, mobbing, Emetofobia (la paura di vomitare), un’attenzione eccessiva per l’aspetto estetico.

Sintomi e segni clinici dell’anoressia

L’anoressia rientra all’interno dei disturbi alimentari con un rifiuto morboso per il cibo. I soggetti affetti da anoressia temono oltre ogni modo di poter ingrassare e perdere il proprio peso forma, ma la patologia rientra anche all’interno degli ‘effetti collaterali’ di dimagrimento in caso di diete ipocaloriche eccessivamente ferree.

I sintomi più evidenti dell’anoressia sono: eccessiva magrezza, fragilità delle unghie e dei capelli, alopecia, bradicardia, pelle eccessivamente secca, ipotensione, disfunzioni ormonali, soprattutto a carico del ciclo mestruale femminile, osteopenia, secchezza delle feci.

Nel caso in cui l’anoressia sia accompagnata da sporadiche abbuffate di cibo e vomito indotto, come nel caso della bulimia, tra gli altri sintomi possono comparire anche erosioni dentali. 

L’anoressia colpisce in generale una percentuale maggiore di soggetti femminili, dall’adolescenza in poi, nonostante un aumento dei casi maschili durante il corso degli ultimi anni.

Le analisi sanguigne dei soggetti affetti da anoressia possono rivelare deficit nei valori ormonali tiroidei, carenze di vitamine, ipokaliemia, ipocalcemia, anemia, un metabolismo basale rallentato. Nella storia dell’anoressia la principessa Sissi viene descritta come un primo caso affetto dalla patologia, successivamente incrementato dalla moda e dai mass media nel proporre idoli e modelli commerciali eccessivamente magri.

Comportamenti morbosi

I soggetti affetti da anoressia mostrano spesso comportamenti ripetitivi, schematici e morbosi come il conteggio delle calorie di ogni alimento, il rifiuto parziale o totale del cibo, eccessiva attività fisica soprattutto a seguito dei pasti consumati, abuso di farmaci come lassativi e diuretici, stati ansiosi, crisi di panico, pratiche rischiose per accentuare la perdita di peso, la scelta di capi di abbigliamento scuri o neri per slanciare la propria figura, depressione e pensieri suicidi.

I pazienti affetti da anoressia soffrono spesso di bassa autostima e sensi di colpa legati all’alimentazione per cause psicologiche e problemi famigliari, ma anche sovrappeso iniziale e incapacità di gestione nel seguire una dieta alimentare sana e controllata.

Diagnosi, schemi alimentari e comportamentali

La diagnosi dell’anoressia deve seguire determinati parametri di valutazione riportati all’interno del Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Tra i sintomi più significativi ai fini della diagnosi si trovano: il rifiuto del cibo e la paura di acquistare chilogrammi rispetto al proprio peso forma, amenorrea nei soggetti femminili, alterazione della valutazione del proprio peso e del proprio aspetto.

L’anoressia nervosa si lega agli schemi alimentari e agli schemi comportamentali psichici. A livello alimentare i soggetti presentano diverse carenze nutrizionali, mentre a livello comportamentale si trovano schemi e obiettivi eccessivamente distorti. Le diagnosi vengono inoltre suddivise in anoressia con restrizioni alimentari e anoressia con abbuffate e conseguente vomito auto-indotto.

La patologia comporta l’eccessivo bisogno di pesarsi, con continui e repentini cambi di umore all’interno dell’arco della giornata. Nei casi più gravi l’ultimo stadio evidenzia un calo ponderale di peso particolarmente significativo. Un 15/20% delle casistiche comprende anche il decesso del soggetto, per cause patologiche o suicidio.

Anoressia: cure e trattamenti

Alla base delle cure e dei trattamenti contro l’anoressia si trova la necessità di seguire un piano terapeutico, in grado di coinvolgere anche la famiglia del paziente. Nei casi più gravi di dimagrimento e carenze alimentari si ricorre all’ospedalizzazione del soggetto e all’eventuale intubazione per un’alimentazione artificiale. Il ricovero forzato del paziente implica un isolamento dello stesso, anche a livello famigliare.

Ad oggi esistono diversi centri specializzati in anoressia, sparsi sul tutto il territorio nazionale, dove ogni paziente può essere aiutato all’interno del proprio percorso clinico e psichico. La malattia si presenta particolarmente spinosa e necessita della collaborazione di medici professionisti e familiari, soprattutto nei casi di rifiuto alle cure del soggetto. La mentalità di un soggetto anoressico può sfociare in un’ortoressia e un scarso amore verso il cibo che si trasforma in ossessione.

In alcuni casi possono essere prescritti farmaci come integratori alimentari, calmanti, sedute psicologiche e diete alimentari progressive per abituare il paziente a rintrodurre il cibo all’interno del proprio organismo. Il percorso terapeutico per combattere l’anoressia si presenta spesso longevo, della durata variabile in anni. Tuttavia, secondo i dati odierni, un terzo dei pazienti riesce ad uscire completamente dal tunnel pericoloso della patologia, ritornando ad una vita normale.