Infiammazioni ai legamenti: sintomi, rottura dei legamenti, diagnosi, rimedi e trattamenti

I legamenti sono delle strutture molto robuste ma poco elastiche, che se sottoposte a stiramenti o ad usura possono infiammarsi e andare incontro alla rottura. Sono delle fibre che legano le ossa tra di loro e sono formate da fibre molto robuste, ma se sottoposte a un carico eccessivo possono lesionarsi. Scopriamo di cosa si tratta, quali sono i sintomi, quando si può andare incontro a una rottura del legamento, rimedi naturali e principali trattamenti come la fisioterapia.

Cosa sono i legamenti e a cosa servono?

I legamenti si classificano come delle fibre particolarmente robuste, il cui compito è quello di legare e favorire le ossa nei movimenti evitando traumi e sollecitazioni eccessive che possono provocare dei danni alle articolazioni. Svolgono pertanto una funzione molto importante, in quanto sono presenti numerosi recettori nervosi che insieme alle strutture presenti nei muscoli informano costantemente il sistema nervoso centrale sulle condizioni dell’apparato scheletrico.

Infatti, intervengono per regolare il tono muscolare, la postura, l’equilibrio, la coordinazione e le attività dei muscoli in base alle situazioni in cui ci ritroviamo. Quando svolgiamo un movimento, i muscoli si attivano e muovono le ossa ma possono farlo entro certi limiti consentiti dall’articolazione che tende a mantenere integre le strutture mediante il controllo del sistema nervoso centrale.

Sintomatologia

I processi di infiammazione a carico dei legamenti possono essere molto dolorosi, provocati da traumi o da un’eccessiva usura. Problemi relativi alla cartilagine si possono presentare con l’avanzare dell’età oppure se per anni si sono sottoposti i legamenti a sport come calcetto o maratone. L’infiammazione può essere accompagnata da un gonfiore, per un versamento di liquido che provoca una sensazione di dolore e calore interno.

Se il trauma che ha provocato la lesione è una distorsione, di media o grave entità, il paziente può lamentare dolore nel momento in cui tocca la parte interessata. L’articolazione inizierà a gonfiare a causa del versamento liquido o di un’emorragia extrarticolare. Nel caso di una lesione completa si può avvertire anche un senso di instabilità.

I legamenti possono lesionarsi?

Così come qualsiasi struttura del nostro apparato muscolo-scheletrico, anche i legamenti hanno delle caratteristiche che li contraddistinguono. In particolare, la loro principale funzione è quella di resistere a traumi e sollecitazioni ma fino a un certo limite. Questi limiti sono dettati dalla loro struttura che li rende molto resistenti ma poco elastici, quindi infiammabili facilmente e anche deformabili a seconda del carico a cui sono sottoposti.

Sono costituiti in maggiore percentuale di fibre di collagene che resistono alla trazione in caso di allungamento, ma pervia della piccola percentuale di fibre elastiche che li compongono, sono molto estendibili ma poco resistenti. La loro lunghezza può aumentare se sottoposti a un carico basso come lo stretching, ma in caso di carichi elevati si possono rompere improvvisamente.

Tipologie di lesioni

Come abbiamo detto, si tratta di strutture molto resistenti ma poco elastiche e sottoposti a stiramenti all’inizio si stirano e infiammano, poi si strappano e infine possono rompersi. Le lesioni possono essere di diversa entità in base alla tipologia di trauma che subiscono:

  • grado zero: in caso di trauma articolare che non sembra comportare particolari danni a carico dei legamenti;
  • 1° grado: in caso di un trauma lieve che può provocare una distorsione del legamento;
  • 2° grado: in caso di un trauma di media entità che può provocare una parziale rottura del legamento, nella quale si interrompe il legame con alcune fibre;
  • 3° grado: in caso di un trauma grave seguito da una possibile totale rottura del legamento.

Principali cause di infiammazioni e lesioni

Le forza che può essere in grado di danneggiare i legamenti si sviluppa nei traumi articolari, come lussazioni e distorsioni, dove l’articolazione è sollecitata più del consentito limite di movimento oppure con movimenti diversi da quelli fisiologici. Le più frequenti lesioni possono riguardare:

  • l’articolazione del ginocchio: nella quale il legamento che può lesionarsi più frequentemente è quello crociato, che si può rompere a causa di un trauma come la distorsione;
  • la caviglia: i cui legamenti interessati sono quelli laterali, a causa di un trauma distorsivo dovuto ad esempio a una scivolata, a una buca, a un contatto brusco del piede con il suolo;
  • la spalla: nel caso di lussazioni a carico della scapola e clavicola provocate da cadute accidentali, incidenti in moto.

Ulteriori lesioni possono essere causate da continui stimoli che provocano piccole rotture del legamento. Queste rotture sono accompagnate da infiammazioni, come risposta agli stimoli e in casi particolari da calcificazioni dei tessuti coinvolti.

Diagnosi

La raccolta delle informazioni relative ai sintomi e l’esame obiettivo possono indurre il medico a fare una prima diagnosi di lesione del legamento, che potrà essere confermata con ulteriori esami quali: TAC e risonanza magnetica. La radiografia può essere utile per escludere eventuali fratture o alterazioni delle articolazioni.

Trattamenti farmacologici per l’infiammazione

I consigli che spesso vengono suggeriti sono quelli di:

  • tenere a riposo l’arto interessato;
  • proteggere la parte da ulteriori traumi o sollecitazioni;
  • immobilizzare l’articolazione con tutori o bendaggi così da evitare complicazioni e aiutare a favorire la riparazione del tessuto.

Il medico non appena avrà effettuato la sua diagnosi, se dall’esame obiettivo evidenzia un processo infiammatorio in corso, può intervenire prescrivendo antinfiammatori e analgesici per alleviare il dolore e la sintomatologia lamentata dal paziente. Laddove le cure farmacologiche risultano insufficienti o in caso di gravi lesioni può essere necessario l’intervento chirurgico.

Fisioterapia: lesioni e processi infiammatori

Nel caso di lesione ai legamenti la riabilitazione è importante per recuperare in fretta l’utilizzo dell’arto interessato e per aiutare a migliorare i processi riparativi. Il fisioterapista si avvale di strumenti particolari che possono aiutare a favorire il processo di guarigione del legamento lesionato. I tempi di recupero solitamente sono lunghi, dalle 4 alle 6 settimane per lesioni di media entità, mentre per le rotture più complesse che richiedono un intervento chirurgico possono essere necessari anche più di sei mesi. 

Nella fase acuta, che è la fase successiva alla lesione del legamento, si attiva un processo infiammatorio come reazione esterna, che provoca dolore, gonfiore e impossibilità nel compiere i movimenti ma che corrisponde a livello interno alla riattivazione dei processi cellulari, chimici e vascolari. Grazie all’infiammazione si ha una vasodilatazione che porta, laddove c’è la lesione, le cellule infiammatorie con il compito di rimuovere i tessuti morti, stimolando la riparazione dei tessuti.

In questa fase molto delicata occorre l’aiuto di un esperto che possa intervenire cercando di controllare l’infiammazione, mantenendo integri i tessuti molli e le articolazioni, dosando i movimenti e utilizzando una terapia farmacologia a base di analgesici e antinfiammatori, ma anche terapie a ultrasuoni o laser.

Man mano che si procede con la fisioterapia, i segni dell’infiammazione possono ridursi fino a scomparire del tutto, mentre aumenta la produzione del collagene che è fragile e facilmente lesionabile. In questa fase l’esperto stimolerà l’allineamento delle fibre che si sono appena formate, con esercizi adeguati in modo da non lesionare il tessuto. Il nostro consiglio è quello di affidarvi sempre a un fisioterapista esperto che sappia aiutarvi a ripristinare le funzioni del legamento, evitando che possano sorgere delle complicazioni.

Rimedi naturali

Per cercare di aiutare a ridurre l’infiammazione del legamento, si possono utilizzare alcuni rimedi naturali che non vanno intesi come sostituti delle terapie prescritte dal medico, ma come un supporto alle cure per aiutare a favorire la decongestione della parte coinvolta. In particolare:

  • come primo intervento posizionare del ghiaccio sulla zona infiammata in modo da attenuare l’infiammazione interna, anestetizzare e aiutare a sgonfiare la parte. Si consiglia di mettere il ghiaccio più volte al giorno per non più di un quarto d’ora;
  • argilla: ottima per preparare degli impacchi da utilizzare più volte al giorno in modo da aiutare a ridurre l’infiammazione e in presenza di liquido può aiutare a farlo riassorbire. L’argilla va preparata con dell’acqua tiepida e olio di oliva per renderla più elastica. Si mescola il preparato con un cucchiaio di legno o di plastica e si lascia agire per una decina di minuti. Quando l’impacco di scalda, cambia colore, si asciuga e può essere rimosso con dell’acqua tiepida;
  • arnica: disponibile sia in gel che in crema, da spalmare sulla zona infiammata per aiutare a decongestionare la parte;
  • artiglio del Diavolo: disponibile in crema da applicare localmente per aiutare a decongestionare la parte oppure come estratto secco da consumare. Alcuni prodotti che vedono l’aggiunta di altri ingredienti naturali, però, possono portare un effetto riscaldante che a seconda del tipo di infiammazione in atto, non sempre sono indicati. Si consiglia di chiedere sempre il parere di un medico prima procedere con la somministrazione.