Infezioni causate da Pneumococco: sintomi, complicanze, diagnosi e vaccino

Lo Pneumococco o Streptococcus pneumoniae è un ceppo batterico molto diffuso nella popolazione, principale possibile responsabile di infezioni gravi soprattutto nei bambini di età inferiore a un anno, negli adulti al di sopra dei 65 anni e in coloro che sono affetti da malattie.

Il batterio viene anche riscontrato nel tratto respiratorio (naso e gola) di bambini e adulti sani. Nella maggior parte dei casi il portatore non sa di ospitare il germe perché in condizioni di immunità, lo pneumococco si localizza nelle vie aeree senza dare alcun fastidio. Si conoscono oltre 90 sierotipi di pneumococco che si differenziano tra loro per il tipo di capsula di cui sono composti. Scopriamo insieme quali possono essere le principali malattie causate da questo batterio, i sintomi, come diagnosticarlo e quali trattamenti possono aiutare a combatterlo.

Come si trasmette?

Lo pneumococco è un batterio che circola facilmente da persona a persona, in quanto la sua trasmissione avviene per via aerea tramite goccioline di saliva emesse con starnuti, tosse, parlando o per contatto diretto con saliva contaminata. I casi di malattia si possono verificare specialmente nella stagione invernale quando aumentano le sindromi da raffreddamento e spopola l’influenza, che ne portano l’insorgenza. Le infezioni possono essere sporadiche mentre le epidemie, poco comuni, si possono verificare in ambienti come asili, scuole e istituzioni.

Sintomi e complicanze

La comparsa dei sintomi in coloro che sono portatori dello pneumococco sembra essere legata a condizioni che possono alterare l’integrità della mucosa delle vie respiratorie come: coadiuvanti di infezioni virali o dell’esposizione a sostanze irritanti tra cui la sigaretta oppure malattie che possono ridurre l’efficienza del sistema immunitario. 

Quando l’infezione si manifesta può portare con sé l’insorgenza di otite, sinusite e congiuntivite. Nel caso in cui i germi si riproducano nel sangue o in altre zone del corpo dove solitamente non sono presenti possono dare origine a delle gravi forme di malattie chiamate “batteriche invasive”. Tra cui:

  • batteriemia: provocata dalla localizzazione del batterio nel sangue che può diffondersi nei polmoni, meningi e ossa;
  • polmonite: che può colpire persone di qualsiasi età ma è più grave e talvolta mortale negli anziani;
  • meningite: un’infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. In questo caso l’infezione può essere accompagnata da nausea, vomito, sensibilità degli occhi alla luce, stato mentale alterato. Nei neonati i sintomi non sono facilmente riscontrabili ma si possono presentare febbre, convulsioni, pianto continuo, irritabilità, sonnolenza e scarso appetito;
  • infezione alle ossa: chiamata “osteomielite” che può coinvolgere o meno le articolazioni.

Queste forme gravi di infezione possono svilupparsi fino ad arrivare alla “sepsi”, una condizione a grave rischio di mortalità che è caratterizzata dalla proliferazione batterica nel sangue e che può portare alla compromissione di molti organi fino allo shock settico.

Le persone maggiormente esposte al rischio di potere contrarre queste gravi forme di infezioni sembrano essere i bambini nel primo anno di vita e gli adulti con più di 65 anni di età. Sono considerate a rischio anche persone affette da patologie che sopprimono il sistema immunitario, con malattie croniche e a cui è stata asportata la milza. 

Otite media pneumococcica

Si tratta di una patologia tipica dei bambini e può essere provocata sia dai batteri che dai virus. Lo pneumococco rientra tra le possibili cause di otite nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 14 anni. I sintomi associati all’otite acuta possono essere dolore all’orecchio, diminuzione temporanea dell’udito, febbre, nausea, vomito e diarrea.

I lattanti possono, inoltre, manifestare irritabilità e difficoltà nel prendere sonno. Le complicanze dell’otite pneumococcica possono comprendere: disfunzione vestibolare, con vertigine e alterazioni dell’equilibrio, infezione del processo mastoideo, perforazione della membrana timpanica, e nei casi più severi possono portare meningite, ascessi cerebrali o trombosi intracraniche.

Polmonite pneumococcica

Tra le polmoniti lo pneumococco rappresenta l’agente più diffuso che può colpire tutte le fasce di età e si manifesta solitamente come una forma di polmonite che colpisce solo una parte (il lobo) dei polmoni e più raramente come una broncopolmonite.

Il sintomo più diffuso è la tosse associata alla presenza di catarro e febbre. Il soggetto può lamentare difficoltà respiratoria e dolore toracico che aumenta con la respirazione, dolori articolari, mal di testa, malessere e palpitazioni. Queste manifestazioni non sempre consentono di identificare l’agente responsabile alla base dell’infezione e la comparsa di herpes labiale in un paziente giovane con tosse, febbre e catarro può portare a pensare che si tratti di una polmonite pneumococcica.

Nel paziente anziano, visibilmente provato dalla patologia, è necessario porre particolare attenzione a sintomi come diminuzione dell’appetito, disorientamento o decadimento generale, in quanto i sintomi tipici della polmonite posso essere attenuati o assenti.

Meningite pneumococcica

La meningite rappresenta una complicanza dell’infezione da pneumococco molto temuta. L’accesso del batterio a livello della membrana che avvolge il cervello e il midollo può avvenire:

  • tramite il sangue;
  • a causa di una polmonite complicata dalla presenza di batteri nel sangue;
  • per via diretta partendo da un’infezione dell’orecchio, del processo mastoideo o dei seni paranasali;
  • successivamente a una frattura cranica in cui il tessuto nervoso viene esposto all’ambiente infetto.

La meningite può evolvere velocemente in poche ore dall’invasione del batterio nel sistema nervoso centrale e i sintomi principali possono essere: febbre, mal di testa e rigidità della nuca. Può colpire persone di qualsiasi età ma è più frequente negli adulti.

Diagnosi

La diagnosi di infezione da pneumococco può essere evidenziata in un paziente che presenta sintomi e tramite il referto microbiologico di un campione nel quale viene mostrata la presenza di “diplococchi lanceolati gram-positivi” e dotati di capsula.

Nelle infezioni respiratorie viene analizzato l’espettorato, nella batteriemia il sangue del soggetto e nella meningite un campione di liquor. Per avere la certezza della diagnosi, il medico può richiedere l’esecuzione di una coltura poiché alcuni streptococchi presentano una morfologia simile.

Come si può combattere lo pneumococco?

Quando un medico sospetta un’infezione da pneumococco, in attesa dell’antibiogramma, la terapia che consiglierà si baserà sugli schemi locali di resistenza. In Italia lo pneumococco presenta ancora una sensibilità agli antibiotici e in particolare alle penicilline. La prevenzione dell’infezione viene effettuata attraverso la vaccinazione che contiene i frammenti dei ceppi più patogeni per l’uomo. Esistono due tipologie di vaccino:

  • il polisaccaridico 23 valente: che può essere utilizzato solamente nei bambini al di sopra dei due anni di età e negli adulti;
  • il coniugato 13 valente: che può aiutare a proteggere dai 13 ceppi responsabili della maggior parte delle infezioni più gravi nei bambini.