Complicanze infettive: che cosa sono? Come si possono manifestare?

Quando si contrae un’infezione il rischio più grande è quello di andare incontro a una possibile complicazione, la più temuta prende il nome di “setticemia” spesso confusa con la “sepsi”. I due termini sono utilizzati come sinonimi, nella convinzione che abbiano lo stesso significato.

In realtà, il termine setticemia si riferisce all’invasione del sangue da parte dei batteri, mentre la parola “sepsi” indica un progressivo danno agli organi provocato dalla risposta infiammatoria dell’organismo a una setticemia o a un’infezione batterica (anche senza setticemia).

Le persone che contraggono un’infezione o che si sono ferite se notano la comparsa di sintomi, come febbre elevata, brividi, aumento del battito cardiaco, dovrebbero immediatamente rivolgersi al proprio medico. Qualora il medico sospettasse che i disturbi possano derivare da una sepsi, manderà il paziente al pronto soccorso più vicino per accertamenti e iniziare subito le necessarie cure mediche. La sepsi e lo shock settico sono emergenze che richiedono un ricovero immediato.

Che cos’è una malattia infettiva?

Una malattia infettiva è una patologia che può essere scatenata da agenti microbici che entrano in contatto con una persona, si riproducono e provocano un’alterazione funzionale. La malattia è, quindi, il risultato della complessa interazione tra sistema immunitario e corpo estraneo. I germi responsabili delle malattie infettive possono appartenere a varie categorie, principalmente a virus, batteri o funghi. 

Il rapporto che il germe stabilisce con l’organismo ospite è di tipo parassitario, poiché per sopravvivere e moltiplicarsi il corpo estraneo necessita di sfruttare alcune funzioni vitali dell’ospite. Il corpo umano quando entra in contatto con un germe, si difende adottando sistemi di mantenimento del proprio equilibrio interno.

La prima barriera è composta dalla cute e dalle mucose che resistono alla penetrazione dei microrganismi di natura meccanica (lacrime, saliva e urine) e di natura chimico-fisica (basso ph, acido gastrico). In un secondo tempo, il sistema immunitario provvede alla difese contro gli agenti microbici.

Il tempo che passa tra il contatto tra un microbo e il nostro corpo fino alla manifestazione dei sintomi prende il nome di “periodo di incubazione”, che può variare a seconda della malattia infettiva e dipendere anche dal rapporto germe-ospite. Durante questo periodo si parla anche di “infezione” ovvero della presenza di agenti microbici che si moltiplicano all’interno dell’organismo.

L’infezione può manifestarsi senza sintomi e in questo caso, si parla di “infezione asintomatica”. Se, invece, compaiono dei sintomi, si manifesta la malattia. Le caratteristiche delle infezioni possono, quindi, passare da quadri asintomatici a quadri molto gravi che talvolta possono portare al decesso.

Come avviene la trasmissione?

Le malattie infettive contagiose sono provocate da agenti patogeni che in modo diretto o indiretto vengono trasmesse ad altre persone ricettive. Nelle malattie infettive non contagiose la trasmissione può richiedere l’intervento di vettori o apposite circostanze.

Per contrarre una malattia infettiva la persona deve essere esposta al germe e trovarsi priva di difese contro quello specifico agente infettivo. La prevenzione in questi casi può essere molto importante, perché può aiutare ad agire sul contatto o sulla suscettibilità. La rimozione di una di queste due possibili cause può rendere l’altra incapace di fare comparire la malattia.

Il possibile rischio di contagio per contatto sembra annullarsi riducendo l’esposizione dell’organismo al germe, mentre la riduzione della suscettibilità può essere raggiunta attraverso la vaccinazione o la profilassi.

Come si manifestano le malattie infettive?

Dal punto di vista epidemiologico, le malattie infettive possono avere caratteristiche diverse di diffusione. Esistono  malattie che possono essere molto contagiose e altre che lo sono in minor modo. In base alla suscettibilità della popolazione e alla diffusione del germe, una malattia infettiva può manifestarsi in una popolazione in forma:

  • epidemica: quando un soggetto ammalato contagia più di una persona e il numero dei casi aumenta in modo esponenziale in poco tempo. L’infezione si diffonde a macchia d’olio, tra la popolazione;
  • endemica: quando l’agente responsabile è presente e circola tra la popolazione, manifestandosi con un numero di casi più o meno elevato, ma uniformemente distribuito nel tempo;
  • sporadica: il caso sporadico si manifesta quando una certa malattia non è stabilmente presente tra la popolazione.

Complicazioni di una malattia infettiva

La sepsi è una rara complicazione di un’infezione, le cui conseguenze possono essere gravi e talvolta mortali. Si tratta di una risposta infiammatoria eccessiva del corpo a un’infezione diffusa che può danneggiare tessuti e organi, compromettendone il funzionamento. Senza un intervento medico tempestivo può provocare la morte.

La sepsi può colpire chiunque abbia contratto un’infezione, ma più frequentemente sembra manifestarsi in neonati, bambini, anziani e persone con malattie croniche o altre condizioni mediche che possono indebolire il sistema immunitario. Le persone ricoverate in ospedale che hanno appena subito un intervento chirurgico o sono state sottoposte all’impianto di un catetere urinario o venoso, sembrano essere più esposte al rischio di sepsi. Maggiore è la degenza, maggiore potrà essere il rischio di svilupparla.

Sintomatologia

I primi sintomi, che possono essere causati dalla sepsi, si manifestano sotto forma di febbre elevata o abbassamento della temperatura corporea, brividi, aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria. Se non si interviene subito, la situazione può peggiorare rapidamente e ai sintomi iniziali potrebbero aggiungersene degli altri, più gravi, che possono portare persino ad arrivare allo shock settico, con un conseguente crollo della pressione sanguigna.

La sepsi sembra essere provocata da un’infezione che può essere presente in qualsiasi parte del corpo. Le infezioni di origine batterica spesso sono una tra le possibili cause più frequenti di sepsi. In rari casi sono legate a infezioni provocate da virus o funghi. Le infezioni comunemente associate con la sepsi sembrano essere: polmoniti, infezioni intra addominali, infezioni chirurgiche, meningiti, encefaliti, infezioni renali, osteomieliti, endocarditi.

Stepsi di origine batterica o fungina

Nel caso delle sepsi di origine batterica o fungina, il primo passo che compiono per svilupparsi è il passaggio nel sangue di funghi e batteriche hanno provocato l’infezione localizzata. Quando avviene ciò, l’infezione si può diffondere in tutto l’organismo e prende il nome di “generalizzata” o “sistemica”. Il secondo passo è la comparsa esagerata della risposta infiammatoria diffusa in tutto l’organismo che può provocare possibili danni sia agli organi che ai tessuti.

Diagnosi, accertamenti e terapia

La diagnosi della sepsi, effettuata da uno specialista, si basa sull’osservazione dei sintomi tenendo conto di:

  • risultati di analisi del sangue: effettuate per evidenziare l’eventuale presenza di batteri e funghi oppure di altri germi;
  • altri esami di laboratorio: che possono aiutare a valutare il danno eventualmente provocato ai vari organi e al loro funzionamento.

Qualora la fonte dell’infezione non fosse evidente, alle analisi di laboratorio possono essere integrati esami di diagnostica per immagini, al fine di individuare il focolaio infettivo e procedere, quindi, con le cure più appropriate.

La terapia della sepsi, prescritta dallo specialista, solitamente include la somministrazione di antibiotici, di liquidi per via endovenosa, di ossigeno se necessario, di corticosteroidi e di ulteriori trattamenti a seconda della gravità del danno provocato agli organi. Nei casi più gravi, specie in presenza di shock settico, può essere necessario ricorrere a un ricovero ospedaliero in terapia intensiva. A causa del malfunzionamento degli organi vitali la sepsi può anche essere mortale.