Il trauma cranico è un’alterazione della struttura o funzione cerebrale provocata da una sollecitazione esterna che può essere un impatto contro un oggetto oppure contro una superficie, e una veloce accelerazione o decelerazione durante un incidente stradale.
Le cause più comuni di trauma cranico possono essere dovute a incidenti stradali, cadute accidentali, traumi sportivi, aggressioni o lesioni da arma da fuoco. Pertanto, il trauma cranico può essere considerato un evento che può colpire chiunque in qualsiasi momento ed essere quindi, caratterizzato da una condizione complessa per tipologia e gravità. Scopriamo insieme quali possono essere i sintomi e i trattamenti necessari che richiedono l’intervento di uno specialista.
Come viene classificato il trauma cranico?
Il trauma cranico viene classificato a seconda della gravità clinica, quindi, dello stato di compromissione della coscienza. Due professori di neurochirurgia dell’Università di Glasgow inventarono nel 1974 la “scala di Glasgow”, oggi utilizzata come valutazione neurologica per capire lo stato di coscienza di un soggetto affetto da trauma cranico.
Questo metodo comprende la valutazione di tre funzioni di una persona: l’apertura degli occhi, la risposta motoria e la risposta verbale. Più bassa è la risposta agli stimoli, più grave sarà la compromissione della coscienza e tanto più basso sarà il punteggio ottenuto. Un punteggio di 3 indica un coma profondo mentre uno stato di coscienza integro, invece, assume un punteggio di 15. Secondo questa scala, il trauma cranico si dice lieve se ha un punteggio di 14-15, moderato 9-13 o grave ≤8.
Il trauma cranico può anche essere classificato da un punto di vista strutturale a seconda delle caratteristiche anatomiche del danno cerebrale e delle sue possibili cause. Si parla di “trauma cranico penetrante” quando un oggetto trapassa il cranio e danneggia la membrana più esterna che circonda il cervello, creando una continuità tra cervello e ambiente esterno. Nella maggior parte dei casi, il cervello non è esposto e, quindi, si è in presenza di un “trauma cranico chiuso” oppure “non penetrante”.
Possibili cause del trauma cranico
Tra le possibili cause che possono provocare un trauma cranico abbiamo:
- incidenti stradali: alcool, droghe e guida distratta oggi purtroppo sono considerati una delle cause più frequenti specialmente tra i giovani;
- cadute accidentali e incidenti domestici: la causa principale di traumi cranici negli anziani;
- traumi sportivi: i soggetti che praticano sport da contatto come pugilato, hockey e calcio possono essere maggiormente esposti a lievi e ripetuti traumi in un breve arco temporale e andare incontro a un declino cognitivo, con il conseguente rischio di potere sviluppare malattie neurodegenerative.
Sintomatologia
I sintomi del trauma cranico possono essere variabili e dipendere dalla tipologia oltre che dalla gravità del trauma cranico:
- un trauma cranico lieve: può generare un leggero stato confusionale che si risolve spontaneamente dopo poche ore o giorni. Altri sintomi possono includere: cefalea, visione alterata, letargia, sbalzi di umore, problemi di memoria;
- trauma cranico moderato o grave: presenta i medesimi sintomi del trauma cranico lieve a cui però spesso si associano amnesia, vomito o nausea, perdita della coordinazione, difficoltà nell’esprimersi o nel muovere un arto e nel mantenere l’equilibrio, perdita di coscienza e comparsa di crisi epilettiche.
Come si effettua la diagnosi del trauma cranico?
La diagnosi clinica del trauma cranico avviene a seguito di un accurato esame neurologico mediante il quale si possono identificare delle alterazioni motorie o cognitive anche lievi. Se il trauma è moderato o grave è necessario eseguire una TAC del cervello per localizzare la presenza di eventuali lesioni o sanguinamenti cerebrali al suo interno.
Anche in caso di un esame neurologico “normale” è comunque importante conoscere la dinamica delle cause e avere informazioni precise sullo stato di salute pregresso del paziente. Una lesione cerebrale di lieve entità può avere un’evoluzione sfavorevole nel caso di assunzione di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti. In questo caso, il medico potrebbe richiedere un prolungamento del periodo di osservazione del paziente.
Trattamenti disponibili per il trauma cranico
Purtroppo, non esistono ancora delle terapie che possano riparare il cervello danneggiato da un trauma cranico, motivo per cui è importante sostenere la ricerca in tal senso. Il trattamento con trauma cranico, però nonostante ciò, sembra essere migliorato negli anni. Oggi si è a conoscenza che in fase acuta, un cervello che ha subito un trauma cranico si trovi in uno stato di estrema vulnerabilità, incapace di fare fronte a ulteriori piccole perturbazioni che un cervello sano potrebbe, invece, superare senza conseguenze.
Una riduzione dell’ossigenazione del sangue, un aumento della temperatura corporea o un abbassamento della pressione arteriosa possono peggiorare l’evoluzione del danno cerebrale post trauma cranico. La terapia del paziente che presenta un trauma cranico si basa oggi sulla prevenzione o il trattamento tempestivo della sintomatologia, attraverso l’osservazione e l’assistenza continua che nei casi più gravi richiede l’ausilio della terapia intensiva.
In fase subacuta e cronica, la terapia riabilitativa è una parte fondamentale del processo di recupero neurologico. Questa terapia prevede solitamente: attività fisica e fisioterapia, rieducazione fisiatrica, terapia del linguaggio e psicologica.
A quali medici rivolgersi?
Per il trattamento del trauma cranico (non solo in fase grave ma anche in quelle meno impegnative) è necessario intervenire tempestivamente per scongiurare il peggio. Problematiche biomediche, neurologiche, cognitive, comportamentali necessitano di essere studiate, monitorate e trattate successivamente da uno specialista tenendo conto delle cause scatenanti.
Le condizioni di reinserimento familiare e sociale del paziente sono il primo obiettivo del processo di terapia, aspetti che vengono considerati rilevanti nella ricerca delle migliori strategie per intervenire. La gestione del paziente traumatizzato grave invece, vede il coinvolgimento di varie figure.
Se il paziente è in coma o presenta un’alterazione della coscienza con lesione cerebrale che potrebbe peggiorare, necessiterà di un ricovero in terapia intensiva. Qui la neurologia e le sue funzioni vitali come il respiro, la pressione del sangue, la funzione del cuore, saranno monitorate e supportate attraverso l’utilizzo di mezzi sofisticati. In terapia intensiva il paziente viene seguito da anestesisti e rianimatori. Tra le altre figure mediche di rilievo troviamo:
- il neurochirurgo: al quale spetta il compito di decidere di intervenire in caso di trauma cranico che comporti un aumento della pressione intracranica, che non risponde al trattamento farmacologico;
- il radiologo: una figura essenziale per monitorare tramite TAC e/o risonanza l’evoluzione clinica del danno cerebrale.