Quando si verifica una grave perdita di liquidi con un conseguente riduzione del volume corporeo di acqua si parla di disidratazione. Esistono diversi fattori di rischio che possono portare a questo stato di salute, anche se il principale riguarda l’età. Una corretta alimentazione, sana, bilanciata insieme ai dovuti controlli medici può aiutare ad evitare che il problema si aggravi portando ad avere delle possibili complicazioni gravi.
Nel nostro organismo per mantenere costante l’equilibrio tra perdita di liquidi e la loro assunzione, si attiva il meccanismo dello stimolo della sete. L’acqua nel corso della giornata non viene assunta solamente con bevande liquide ma anche consumando cibo ricco di acqua come frutta e verdura.
Le possibili cause della disidratazione possono essere molteplici come un ridotto apporto di liquidi, un’eccessiva perdita di urine, vomito, diarrea o l’utilizzo di farmaci diuretici. Le categorie più colpite invece, sono bambini e anziani. Andiamo a vedere quali sono i sintomi, le principali cause nello specifico e come introdurre i liquidi persi attraverso l’alimentazione.
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Sintomatologia
Per quanto riguarda i sintomi prodotti da una grave perdita di liquidi, possono variare in base alla carenza che viene espressa in percentuale di peso corporeo:
- 1% può avere delle ripercussioni sulle attività fisiche dell’organismo;
- 2% si possono verificare alterazioni della termoregolazione e del volume plasmatico, senso di sete;
- 5% si possono manifestare irritabilità, crampi e astenia;
- 7% si può avvertire un malessere generale, un’intensa debolezza e allucinazioni;
- 10% rischio di contrarre un colpo di calore e di mortalità elevata.
Un altro fattore da considerata è il tempo durante il quale l’organismo è disidratato. Uno stato cronico può mettere a rischio le capacità fisiche e mentali. Si può incorrere nel rischio di sviluppare calcoli renali, tumori al colon o all’apparato urinario come prostata, vescica e reni. A livello cardiaco, una prolungata disidratazione può aumentare il rischio di prolasso della valvola mitrale. Nei pazienti allettati, la grave perdita di liquidi può generare la formazione di lesioni o rallentarne la guarigione.
Quali possono essere le cause di disidratazione?
Come abbiamo detto, la disidratazione rappresenta una riduzione del volume corporeo dell’acqua. Questa manifestazione si può verificare a causa di un mancato consumo di acqua, per un aumento delle perdite o per la combinazione di entrambi i fattori. Il principale fattore di rischio è la riduzione del reintegro dell’acqua per via orale per via di mancanza di autonomia, patologie o per una scarsa sensazione di sete. L’organismo può andare incontro a una disidratazione per patologie come febbre, diarrea, vomito oppure per un utilizzo non controllato di diuretici o di lassativi. Ci sono anche patologie come il diabete che possono portare a una perdita eccessiva di acqua attraverso le urine.
Diagnosi di disidratazione
Per ottenere una diagnosi di disidratazione è necessario considerare tutti i sintomi, associati al racconto del paziente per stabilirne la causa. In base a queste informazioni è possibile capire la gravità del problema, la quantità di liquidi persi al fine di stabilire il trattamento più adatto. Nei bambini più piccoli si possono misurare eventuali variazioni di peso dovute proprio alla perdita dei liquidi.
Il medico può anche richiedere alcuni esami del sangue per controllare l’emocromo, gli elettroliti e l’equilibrio acido-base. In presenza di una grave perdita di liquidi si può osservare un aumento dell’ematocrito a causa della concentrazione delle cellule per la riduzione dei liquidi nel sangue. Si possono osservare anche un aumento del sodio, un aumento o una diminuzione del potassio in base alla causa.
Linee guida sull’alimentazione: come reintrodurre i liquidi persi?
La digestione, l’assorbimento, il trasporto e l’utilizzo di nutrienti passano attraverso l’acqua, così come il processo di eliminazione delle scorie metaboliche. Per questi motivi è fondamentale reintegrare i liquidi persi durante il giorno, per avere un perfetto equilibrio. Ogni giorno una persona sana e di normale corporatura perde circa due litri e mezzo di acqua con le urine, con le feci, con la respirazione e la traspirazione cutanea.
I processi metabolici producono una parte di acqua giornalmente e la rimanente deve essere introdotta con l’alimentazione o con sistemi particolari se il paziente non è autosufficiente. La quantità di acqua da introdurre è pari a 30 ml per chilo corporeo oppure a 1 ml per ogni caloria assunta. Nel caso in cui il paziente riesca ad alimentarsi, è consigliato che introduca nel suo organismo circa un litro e mezzo di liquidi con bevande e il resto con il cibo.
Il migliore modo per reintegrare i liquidi persi nel corso della giornata è quello di assumere acqua. Bevande zuccherate, succhi di frutta, tè e caffè portano con sé molte calorie o molecole come la caffeina. Per questo motivo devono essere assunte in quantità moderata.
Oltre all’acqua ci sono tantissimi alimenti che possono essere utilizzati per un reintegro di acqua, come: ortaggi, verdura, frutta, latte, pesce, carne, uova, formaggi freschi, pizza e riso cotti, biscotti, fette biscottate, grissini e frutta secca. Gli alimenti che non contengono acqua sono pochissimi e i più utilizzati in cucina sono zucchero e olio.
Trattamenti consigliati
In caso di lieve perdita dei liquidi può essere necessario reintegrare la perdita introducendo liquidi per via orale. Inizialmente 2-3 litri di acqua al giorno possono andare bene, per poi ridurne la quantità mantenendo buona l’idratazione. Se ci sono difficoltà nell’idratazione, per vomito continuo o perché i bambini si rifiutano è possibile fare piccoli sorsi con intervalli frequenti ogni 10-15 minuti.
Se la disidratazione è lieve, per problemi mentali o fisici come serie difficoltà nella deglutizione, può essere necessaria una terapia endovenosa con un’infusione di acqua con un contenuto di sodio dello 0,9%. In farmacia puoi trovare soluzioni reintegranti da somministrare per via orale che possono contenere carboidrati, glucosio e sodio, consigliate dal medico. Meglio consumare queste bevande piuttosto che succhi o bevande zuccherate. Queste possono essere necessarie solo in fase iniziale per poi essere sostituite con una normale idratazione.
Nel caso in cui si trovi dinnanzi a una situazione più grave di disidratazione nella quale è necessario un intervento medico e delle cure ospedaliere, si può ricorrere a infusione di liquidi per via endovenosa oppure con sondino di plastica che viene fatto entrare nel naso e passando per l’esofago raggiunge lo stomaco.